Secondo il Rapporto Clusit, nei primi sei mesi del 2023 gli attacchi ai dati sensibili sono aumentati del 40% rispetto al 2022. Un incremento quasi quattro volte superiore alla media mondiale. Nell’81% dei casi la gravità degli attacchi è stata elevata o critica.
Gli attacchi a scopo economico, noti come cybercrime, costituiscono il 64% del totale, ma è significativo anche l’aumento dell’hacktivism, che ora rappresentano il 34%, con una crescita impressionante del 761%. Sorprende notare che ben il 47% degli attacchi mondiali di questo tipo ha avuto come obiettivo l’Italia.
Il 2024 potrebbe vedere un peggioramento della situazione per ragioni geopolitiche. Quest’anno, 2 miliardi di persone in 70 paesi del mondo saranno chiamate a votare e ciò accade in un momento in cui l’introduzione dell’AI nella vita quotidiana solleva temi cruciali come l’Etica e la Sovranità Digitale. È chiaro, però, che questi temi non possono essere affrontati senza garanzie sulla sicurezza delle informazioni, una cultura digitale adeguata (che in Italia è ancora molto carente, come evidenziato dall’Indice DESI) e una politica industriale che prioritizzi gli investimenti nelle aziende tecnologiche.